La recente presenza del distretto pratese al Textiles Recycling Expo di Bruxelles – la prima fiera europea interamente dedicata al tessile riciclato – segna un momento importante. Per la prima volta, il distretto è stato rappresentato ufficialmente su un palcoscenico internazionale dedicato al futuro sostenibile del settore.
Un segnale positivo, certo. Ma perché questa iniziativa non resti un episodio isolato, sarebbe auspicabile che da qui si aprisse una fase nuova, fatta di confronto, inclusione e collaborazione reale tra tutti gli attori del territorio.
Da anni, realtà come ASTRI lavorano in questa direzione. In silenzio, senza riflettori, ma con continuità e visione. La sua azione nel promuovere l’economia circolare, nel tessere reti a livello nazionale ed europeo, e nel sostenere soluzioni tecniche concrete, rappresenta una risorsa preziosa. Ignorarla o lasciarla ai margini significherebbe sprecare un patrimonio già esistente.
È proprio adesso, mentre si accendono i riflettori sul distretto, che sarebbe necessario mettere a sistema competenze, esperienze e progettualità. Un fronte unito – tra istituzioni, associazioni e imprese – potrebbe rafforzare il ruolo di Prato nel panorama europeo e rendere più solido e credibile il percorso verso un tessile davvero sostenibile.
La partecipazione a Bruxelles è stata un inizio. Ora, però, servirebbe continuità. E soprattutto, collaborazione.