Rilanciare il distretto non basta con i fondi: servono lavoro e visione

È ripartito il Tavolo del Distretto di Prato, con l’obiettivo di rilanciare la filiera tessile locale. Come racconta La Nazione nell’articolo “Riparte il Tavolo del distretto. Subito 600mila euro per le aziende”, il tavolo riunisce istituzioni, associazioni di categoria e rappresentanti del mondo produttivo per definire strategie comuni a sostegno delle imprese.

Sono stati stanziati circa 600 mila euro, provenienti da risorse residue di precedenti bandi ministeriali, che verranno destinati a progetti di innovazione tecnologica, formazione e transizione ecologica. Durante l’incontro è emersa la volontà di dare nuovo slancio al distretto, lavorando in modo condiviso per valorizzare la qualità e la sostenibilità del tessile pratese. Il prossimo passo sarà l’apertura di un tavolo tecnico per stabilire criteri e modalità di utilizzo dei fondi, con l’obiettivo di favorire la ripartenza concreta delle aziende.

Da parte nostra, come FIL-3, accogliamo con interesse questa iniziativa, ma riteniamo che le risorse economiche da sole non bastino. Il problema principale della filiera pratese, e in particolare delle filature cardate oggi in grande difficoltà, resta l’elevata pressione fiscale e il costo del lavoro.

A questo si aggiunge la concorrenza del filato open-end, che ha costi produttivi inferiori ma anche una qualità più bassa, e che sta progressivamente erodendo lo spazio del cardato tradizionale.

Oggi il mercato guarda soprattutto al prezzo, e questo rende difficile competere puntando solo su contributi o fondi occasionali. Serve invece una visione più ampia e strutturale, capace di sostenere davvero il lavoro, la qualità e il valore del prodotto pratese, per dare nuova forza e prospettiva a tutto il distretto.