L’intervista del nostro Giacinto Gelli sull’ultimo numero de La Spola.
“Fil-3, tra ricerca di privacy e riconoscimenti”
Nel primo caso Fil-3 ha ricevuto l’attestato Cribis Prime Company, ovvero lo status di azienda a cui viene riconosciuto il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Il riconoscimento ogni anno viene assegnato solo al 5% degli oltre 6 milioni di imprese italiane da Cribis, una società di CRIF, un gruppo specializzato in sistemi di informazioni creditizie, business information e soluzioni per la gestione del credito, che offre a banche, società finanziarie, con fidi, assicurazioni, società di telecomunicazioni, utilities e imprese un supporto qualificato.
Dal punto di vista delle certificazioni per la lana si è chiuso l’iter per l’ottenimento della RWS, che si aggiunge alle già presenti da tempo GRS, GOTS e Oeko-Tex Standard 100. Un percorso verso la sostenibilità che Fil-3 ha scelto di percorrere con convinzione nonostante le spese necessarie per ottenere una certificazione e l’impegno richiesto per fornire tutti i dati. Questo anche a discapito della privacy: “I clienti finali, cioè i brand – dice amareggiato l’AD Giacinto Gelli – pretendono di sapere come e dove compro la materia prima, la filo, la tingo o la lavoro; nonostante le certificazioni ottenute e le buone pratiche di lavorazione, nessuno si ribella a questa carenza di privacy e a questa esagerazione nei controlli“.
A questo si aggiungono gli aumenti per i consumi energetici, che hanno obbligato Fil-3 a mettere mano ai listini, con rincari da uno a tre euro al chilo: “Solitamente – spiega Gelli, che esce comunque da un 2021 in linea col 2019 pre pandemia – avevamo un unico listino ma i rincari di energia elettrica e gas, per noi, le tintore e le filature, quelli delle materie prime, col lano quasi introvabile, e per i trasporti rendono impossibile fare una programmazione annuale, anche nei prezzi al cliente“