“Storia di una filiera ai tempi del Covid-19”

Questo dettagliato pensiero di un imprenditore esprime a pieno quello che tutti noifacenti parte del settore e non, stiamo vivendo in questo momento.
Una spiegazione semplice, precisa e anche troppo onesta, capace di farci sentire vicini anche se lontani, e forti della certezza di condividere la stessa passione, anche in una situazione tanto delicata.

 

“Credo sia utile ed opportuno raccontare a chi vive in altri ambiti lavorativi come funziona la filiera della moda, e perché ci sentiamo di dover far sentire la nostra voce, non per spirito di appartenenza alla categoria (tutti hanno le proprie ragioni) ma perché siamo sicuramente tra le più colpite dall’emergenza, e tra le meno visibili e ascoltate.

Voi oggi vedete una maglia di cotone primaverile in negozio, e pensate che quella maglia ha un valore X che rimarrà X anche quando riapriranno i negozi.

Questa è la storia di quella maglia:

Marzo/Maggio 2019 – ricerca e presentazione dei filati: ordinativi da parte delle aziende produttrici per acquistare il filato, con pagamenti di solito entro i 90 giorni.

Giugno/Luglio 2019 – presentazione delle collezioni, realizzazione dei prototipi di campionario, fiere, cataloghi fotografici, collezioni da dare agli agenti. In questa fase c’è forse la percentuale più alta dei costi da sostenere per le aziende

Luglio/Settembre 2019 – campagna vendite, acquisizioni degli ordini da parte dei clienti (ovvero i negozi in cui vedrete la famosa maglia esposta in vetrina), lancio di produzione, anticipo costi di produzione per i laboratori di produzione. Per gli agenti, fiere, riunioni, costo della campagna vendite tra personale, costi di spostamento e pubblicità. Per i negozi, costi di viaggio per fiere e showroom per fare gli ordini. In questa fase ci sono il grosso dei costi per gli agenti.

Settembre/Dicembre 2019 – comincia la produzione dei capi, in base agli ordinativi fatti. Acquisto della materia prima, pagamento dei laboratori di produzione se esterni, macchina produttiva che lavora a pieno regime. Praticamente entro questa fase quasi il 100% dei costi di produzione è stato già interamente sborsato da parte delle aziende, e dagli agenti che hanno terminato la fase della vendita.

Gennaio/Febbraio 2020 – cominciano le spedizioni di merce primaverile ai negozianti che hanno ordinato la famosa maglia. I commercianti di solito pagano entro 60/90 giorni la merce che ricevono, per cui dovrebbero cominciare a pagare la merce primaverile grosso modo da Aprile in poi.

A questo punto c’è la chiusura dei negozi. 

Lo scenario è questo: le aziende e gli agenti hanno già svolto tutto il loro lavoro e sostenuto la totalità dei costi per fare in modo che la famosa maglia X fosse in quella vetrina; per cui, lavoro fatto al 100%; incasso 0; merce in stock, non ritirata dai negozianti, tanta.
I negozianti, direte voi, poco male…non hanno ancora pagato la merce ricevuta! Eh no, perché ci sono dei contratti sottoscritti che andranno onorati, perché in questi due mesi di chiusura c’era magari da finire di pagare la merce invernale, e tutto l’invenduto è rimasto nei depositi perché sono saltate le vendite delle rimanenze agli stocchisti.
Inoltre, la maglia X che a marzo ha un valore del 100%, alla riapertura (Maggio? Giugno?) avrà un valore del 50/70% perché comincerà a far caldo e una maglia vale molto di meno.

Ecco, per farvi capire la peculiarità della nostra filiera, vi abbiamo raccontato che dietro una maglia, il cui valore 100 dovrebbe ripagare tutti gli attori che hanno contribuito alla filiera, non solo vale 70 già in partenza, ma è il frutto di un lavoro per cui intere categorie hanno già pagato totalmente i propri oneri, anticipando praticamente senza alcun paracadute un anno di lavoro. 
Purtroppo noi non vendiamo cacciaviti o piastrelle, che alla riapertura avranno esattamente lo stesso valore che avevano prima. La stagionalità della moda è più o meno uguale a quella del turismo…se si perde Pasqua, non si recupera a Luglio! E’ una perdita secca.

Per fare un paragone, è come se un dipendente venisse pagato per la propria prestazione alla fine dell’anno, ma poi si bloccasse tutto, e quindi a causa della crisi non venisse pagato perché l’azienda per cui lavora è entrata in default, o venisse pagato meno, e chissà quando, senza nemmeno le tutele del dipendente. Intanto ha lavorato un anno, ha pagato affitti, mutui, la spesa corrente, soldi che non riavrà indietro.

Oppure come se un ristorante (altra categoria colpita in pieno) pagasse in anticipo un anno di fornitura della dispensa, e poi restasse chiuso mesi, e intanto molti prodotti scadessero e li dovesse pure buttare. Per fortuna i ristoratori si riforniscono con tempi ben diversi!

Dietro una maglia X ci sono migliaia di aziende, imprenditori, professionisti e dipendenti che hanno lavorato un anno intero, ed aspettano soltanto di ricevere ciò che hanno anticipato, sperando di riuscire a guadagnare la loro parte, se tutto l’ingranaggio è ben oliato e non si inceppa.

Noi non stiamo perdendo due mesi di chiusura delle attività. Stiamo perdendo un anno di lavoro.

Grazie per la pazienza, e per far girare questo messaggio a chi non conosce le dinamiche della filiera moda, e magari ci vede come quelli belli e fortunati.”

di Piermario Tronco
Nueveshowroom